Radici e percorsi
Trenodia è un’opera d’arte partecipata che propone di lavorare collettivamente sul pianto per tutto ciò che è in pericolo di vita nel nostro mondo. Si propone di trasformare la lamentela in pianto rituale, il piagnisteo in altisonante lamentazione collettiva, in forma creatrice e aggregatrice per, come dice Ernesto De Martino, “non morire con ciò che muore”.
Entro il 2050 il pianeta Terra sarà abitato da 9 miliardi di persone. In altri termini ci saranno 9 miliardi di bocche da sfamare. Edible Orchestra serve a parlare del cibo non solo come un’emergenza, ma soprattutto come un valore indispensabile per il benessere e l’economia di una comunità, uno stimolo a responsabilizzarsi, ampliare il proprio orizzonte, a occuparsi dell’ambiente e del futuro.
Devozione, ricerca spirituale, cura di sé e del creato: sono tanti i motivi che stanno alla base di un pellegrinaggio. Soprattutto a Matera, dove Maria è per tutti la Bruna e i santi protettori sono presenza concrete che animano le celebrazioni e i riti liturgici.
Una volta il pane si impastava a casa, magari a più mani. Poi si andava al forno comune per poterlo cuocere. Un rito quello della panificazione in cui non si era mai soli. A partire da pochi semplici elementi: farina e acqua si costruiva un identità comune.
Una storia che va dai chicchi di grano fino alla pagnotta fumante. Breadway è un’esperienza immersiva che si ambienta a Matera, nel quartiere Piccianello, tra le vie del pane.
Biglietti aerei, confezioni, foglie, oggetti accidentali trovati in tasca o per strada: questa è la collezione che presenta M.E.M.O.RI. Museo Euro-Mediterraneo dell'Oggetto RI-fiutato, un museo accidentale delle circostanze, in cui l’incontro con gli oggetti è interattivo e il visitatore è invitato ad attivare una "mano-missione", per stabilire un contatto diretto con il reperto e accedere alla sua memoria interna.
La Nave degli Incanti
AWARE a partire dal quartiere che dal 2012 ospita le sede di Gommalacca Teatro – il rione Cocuzzo di Potenza, con la sua Nave di cemento – si misura con l’ideazione di un teatro viaggiante, La Nave degli Incanti: una macchina spettacolare che, percorrendo la via della Basentana, mette in circolo le identità molteplici e in continuo mutamento della Lucania contemporanea, raccolte durante la fase di ricerca/azione e reinterpretate dalla direzione artistica di Carlotta Vitale, dalla regia di Mimmo Conte e la drammaturgia di Riccardo Spagnulo.
Partecipare a Mammamiaaa è semplice e può farlo chiunque, basta avere una ricetta di famiglia e la voglia di raccontarla. Poi non resta che portarla in tavola e farla assaggiare a familiari e amici, organizzando un pranzo, una merenda o una cena.
Chi è il viaggiatore misterioso che si aggira per le strade di Oppido Lucano? Nel suo giorno da capitale, il comune si impegna nella realizzazione di uno spettacolo itinerante che, lungo la strada extra moenia Trecedde, valorizzi e faccia conoscere agli spettatori luoghi poco noti ma dalla grande importanza storico- culturale del suo comune. Trasformati in spazi scenografici multimediali con racconti, musica, installazioni artistiche, proiezioni e mostre, le fermate di questa passeggiata nell’arte e nella natura saranno scandite dalla presenza di microeventi che andranno a comporre una narrazione strutturata.
Una divinità e un essere umano: ecco a cosa si ispira il progetto Proteus. Parliamo di Proteo, divinità greca mutaforme, e di Leonardo Sinigalli, uno dei più illustri e poliedrici cittadini di Montemurro. Con sette aree tematiche, sette colori e sette percorsi, Montemurro celebra la natura poliedrica che la contraddistingue e la propria capacità di trasformarsi, pur restando se stessa: si parlerà di design, con una mostra ispirata all’attività pubblicitaria di Sinigalli e dedicata a Mauro Bubbico, ma anche di storia, con uno spettacolo teatrale sul Risorgimento lucano.
Immaginate di camminare su una strada che, senza mai dover svoltare, vi riporti esattamente al punto di partenza. Adesso smettete di immaginare, perché questa strada esiste; anzi, esiste un intero paese rotondo, quello di Rotondella, che aspetta solo di essere scoperto. L’insediamento, chiamato anticamente Rotunda Maris, presenta una conformazione urbanistica che la rende unica nel suo genere, rotonda come il mondo.
Cosa accomuna la cultura materana e quella albanese? La cosiddetta Comunità Arbëreschë, nata dalla fuga che alcuni gruppi greci e albanesi intrapresero nel 1468 per sfuggire alla minaccia ottomana. A dargli riparo fu proprio la Basilicata, nei tre borghi da cui oggi nasce il Festival “Comunità Arbëreschë in rete”.
Il progetto, a cura del Centro Mediterraneo delle Arti e riconosciuto dal Ministero dei Beni Culturali, sarà un percorso nella tradizione e nella cultura Arbëreshë, una celebrazione della ricchezza portata da questi popoli. Il viaggio in questa preziosa cultura inizierà da Matera il 5 Agosto e proseguirà nei comuni di Ginestra, San Paolo e Maschito.
Viaggio emozionale tra le bellezze e le eccellenze ripacandidesi. “O si fa l’Italia, o si muore” è la frase pronunciata da Giuseppe Garibaldi durante il processo che portò all’unificazione dello stato. Una strada violenta e sanguinosa, che viene ricordata in questi territori a causa dei primi episodi di brigantaggio. Proprio in queste terre, infatti, si consumò uno scontro che portò alla repressione di oltre cento briganti e brigantesse. E proprio questa pagina fondamentale dell’unificazione vuole essere riletta dal comune di Ripacandida durante gli eventi che la vedranno capitale per un giorno.
Stufi del XXI secolo? Che ne direste di passeggiare sul campo di battaglia di Annibale, incontrare l’imperatore Augusto o fare il tifo per un gladiatore? L’antica Roma ci aspetta nel cuore della Lucania, nel Parco Archeologico più esteso e monumentale della regione: Grumentum.
Il sito, sorto nel III secolo a.C. è cresciuto fino a diventare la più importante città della Lucania romana, tornerà ad animarsi grazie a figuranti e rievocazioni.
Cos’hanno in comune film di successo come “La lupa” di Alberto Lattuada, “Il Vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini e “The Passion” di Mel GIbson? Sono stati tutti realizzati tra i Sassi di Matera, una terra stupenda e ispiratrice che grazie all’arte tornerà di nuovo a farsi… Bella. Prendendo le mosse da una realtà ormai consolidata come il Bella Basilicata Film Festival, la cittadina di Bella sarà impreziosita da venti murales, per rievocare tra le vie e le piazze del paese il cinema Made in Basilicata.
Per godere al meglio di tutta la magia di Senise, bisogna fare un grande salto indietro. A partire dal XVI secolo, infatti, il comune è stato un grande centro culturale e artistico, con intellettuali prolifici e artisti visionari. Senise 2019 vuole riportarci in quel mondo, per rileggere le loro opere attraverso le lenti del nuovo millennio. Sarà un viaggio lungo tre giorni, tra poesia e musica, pittura e oreficeria, letteratura e teatro.
Con pazienza e perseveranza, anche una piccola goccia può scavare la pietra. E proprio la prima pietra di un progetto ampio e in costante divenire, dedicato al patrimonio idrico del territorio, è quella che il comune di Paterno vuole posare nel suo giorno da capitale. Consapevole, infatti, dell’importanza turistica e ambientale del Grande Acquedotto dell’Agri, sarà avviata nel maggio 2019 la residenza artistica Mater aquae Pater lignum che esalti i quasi 250 km di questa rete idrica che si estende tra le province di Potenza e Matera.
La regione Basilicata è un territorio dell’anima, che ispira al silenzio, al raccoglimento e alla spiritualità. Fin dall’anno mille vi si sono stabilite comunità religiose di cui restano ancora le tracce. A quei tempi dominava l’impero bizantino, e nell’intera area sud della Basilicata, si concentrò una grande presenza di monaci bizantini, alla ricerca di un riparo dalle guerre di confine e di una dimensione ideale per la vita eremitica.
Per quanto si possa studiare o approfondire un’arte o una materia, nulla sarà mai efficace quanto imparare sul campo con un maestro del mestiere. È quello che l’essere umano fa da secoli per tramandare le conoscenze da una generazione all’altra, per svelare a chi verrà dopo i segreti di un mestiere o di un territorio. Ed è quello che intende fare il progetto Suggestione e partecipazione a Lagonegro, costruendo una bottega diffusa per tramandare alle generazioni future i saperi, le tecniche e le tradizioni legate a pratiche artistiche come pittura, scultura, fotografia e artigianato.
Picerno capitale dei diritti dei piú deboli. Ogni storia di migrazione è una storia eccezionale di coraggio, forza e speranza, e la storia di ogni persona che lascia la sua vita per cercarne una migliore merita di essere raccontata e mai dimenticata. Il comune di Picerno decide perciò di portare in scena la biografia straordinaria di Vito Marcantonio, figlio di picernesi, immigrato di seconda generazione cresciuto nel ghetto di East Harlem, ai tempi popolato interamente da italiani, portoricani e afroamericani.
“Senza tecnica, il talento non è altro che un abito sporco”, diceva Georges Brassens. Era un musicista di origini lucane e a lui è intitolata una piazza del comune di Marsico Nuovo. Presto però la piazza non sarà la sola a portare il suo nome: a onorare l’unione di tecnica e talento sarà infatti il Premio Brassens, il concorso musicale bandito dal 2019 dal comune di Marsico Nuovo con cadenza annuale. Tre sono gli obiettivi: valorizzare la figura del cantautore francese, sottolineandone le origini lucane; permettere ad artisti di tutta Europa di esibirsi in un’importante vetrina al livello musicale; infine, diventare punto di riferimento nel territorio attirando turisti nazionali e internazionali.
Lo stemma ideale del folklore montese dovrebbe avere tre simboli: un’immagine della Madonna, il pennacchio di un bersagliere e un cavallo. Incredibilmente, gli abitanti di Montescaglioso sono riusciti a organizzare una manifestazione che unisce tutti e tre questi elementi.
Facciamo un passo indietro: in paese giunge la notizia che Matera ospiterà, il 19 maggio 2019, il 67° raduno nazionale dei Bersaglieri, insieme all’invito di ospitare proprio a Montescaglioso una fanfara.
Fare rete tra comuni diversi, cittadini, artisti, esperienze creative complementari. Questo il fine del festival Culti: Cultura Territoriale Innovativa, tre giorni che avranno al centro la creatività contemporanea in tutte le sue emanazioni. Un modo per dare nuova vita agli spazi urbani, per riprendere culture e tradizioni e declinarle in modo innovativo. Per unire una comunità in nome dell’arte.
Irsina è una città che cambia attraverso i suoi abitanti. Da una parte colpita da una forte emigrazione, dall’altra ha visto crescere negli ultimi anni la presenza di cittadini stranieri che, comprando casa e promuovendo iniziative culturali, hanno fatto di Irsina un luogo dal profilo internazionale ma che ben ricorda e protegge le proprie tradizioni. Una delle più radicate, per esempio, è il culto di Sant’Eufemia, protettrice della città rappresentata da una magnifica statua attribuita ad Andrea Mantegna e custodita nella Cattedrale insieme alle opere della Collezione De Mabilia. È proprio per unire questi due elementi – l’identità internazionale e le radicate tradizioni – che il progetto Traditions and contaminations from the world vuole indire alcune residenze per artisti stranieri e italiani che avranno il compito di reinterpretare le opere della Collezione e la ritualità sacra legata al culto popolare di Sant’Eufemia.
Che suono fa un sentiero? E una montagna? Qual è la musica che si può sentire stando vicini a albero secolare? Se non sappiamo rispondere a queste domande è perché abbiamo vite rumorose e distratte, e stiamo perdendo un po’ l’abitudine alla bellezza e alla meraviglia che certi scenari naturali continuano a regalarci. Forse abbiamo perso anche l’abitudine a stare insieme, incontrare persone, condividere pensieri e scambiare idee oltre la tastiera di uno smartphone.
San Costantino Albanese si trasforma in un museo a cielo aperto per celebrare la vita e le opere del suo abitante più famoso, il pittore Enzo Schillizzi.
Da una produzione fortemente legata alla terra natale dell’artista e radicata nella comunità, si dipanano percorsi tematici tra la tradizione arbëreshe e il mondo rurale, che saranno presentati al pubblico nel decennale della morte, grazie ai tre giorni di eventi con cui la città declina la sua visione di capitale per un giorno.
Le radici ci ancorano al territorio, ci danno sicurezza e stabilità, un punto fermo sulle quali possiamo crescere. A loro è dedicato il Festival delle radici lucane, un evento che animerà dal 29 al 31 marzo il comune di Brienza. Una rassegna nel ricordo del suo cittadino più illustre, quel Francesco Mario Pagano che ha un posto di rilievo nell’illuminismo italiano e nella politica partenopea, al punto da essere definito “Platone di Napoli”. Figura storica e poliedrica, legislatore e uomo di lettere, insieme esempio di cultura e di martire per la libertà.
Negli anni Trenta, durante l’esilio forzato in Basilicata, lo scrittore Carlo Levi strinse un forte legame con Grassano e la sua comunità. La luce, i paesaggi, le stradine e le case ispirarono fotografie, dipinti e scritti dell’autore del romanzo capolavoro Cristo si è fermato a Eboli. Un’esperienza artistica e umana di cui turisti e visitatori possono seguire le tracce, attraverso un percorso guidato che tocca i luoghi di ispirazione di Levi e allo stesso tempo svela le meraviglie di Grassano: Palazzo Materi, con gli arredi originali fine Settecento e il Presepe Monumentale del maestro Franco Artese, la Chiesa Madre “San Giovanni Battista”, l’antico Chiostro settecentesco, e lo storico “Capo le Grotte”.
Percorso tra Mitologia, Archeologia ed Attività Venatorie. Immaginate di tornare in Magna Grecia, di cancellare dal panorama tutto quello che è venuto dopo, i suoni – soprattutto – ed ecco che potrete sentire di nuovo il fischio degli uccelli, il fruscio dei cespugli mossi dagli animali del bosco, lo scroscio dell’acqua. Per prima cosa mettetevi in ascolto.
A Garaguso si ritorna indietro nel tempo per un giorno, riscoprendo gesti, strumenti e sapori antichi nella cornice del Tempietto di Marmo della dea Persefone e di Palazzo Revertera, bella dimora di caccia. Da questi luoghi prende spunto una grande rievocazione su due piani temporali.
Sembra incredibile, ma a Castronuovo di Sant’Andrea ci sono davvero 250 presepi di tutto il mondo. Sono dovunque: nelle chiese, nelle grotte e cantine, in case abbandonate. La maggior parte è raccolta nel Museo Internazionale del Presepio Vanni Scheiwiller, nel rione medievale Manca. Quattrocento anni di storia e capolavori d’arte e artigianato concentrati in una sola città.
La storia non è fatta soltanto di date ma di momenti, eventi, frammenti di quotidianità. E quale miglior modo per rappresentarla se non attraverso le immagini?
Questa l’idea che hanno avuto a Calvera, con il supporto dell’amministrazione locale e della Pro Loco: raccontare la storia della città e della sua comunità attraverso la concretezza dell’arte figurativa.
Napoli e la Basilicata sono soltanto una parte di quello che era il Regno delle due sicilie, che per 50 anni ha riunito il meridione, appena prima dell’unità d’Italia. Li dividono le aspirazioni, il tipo di territorio, l’importanza geografica e strategica: sono tanti, tantissimi i migranti che dalla Basilicata hanno risalito lo stivale per arrivare nel capoluogo campano e immaginare una nuova vita.
Un cortometraggio dal titolo Cultura fa rima con impresa per consegnare al futuro alcune gloriose storie di famiglia e un esempio da seguire. ll punto di partenza è semplice: spesso si pensa che imprenditoria e cultura siano due ambiti ben distinti, una bassa e l’altra alta, una interessata e l’altra disinteressata, una materialista e l’altra idealista. Non è così. Soprattutto in un momento storico di grande trasformazione, dove nei piccoli centri si intrecciano crisi economica ed emigrazione giovanile, è importante pensare che imprenditoria e cultura siano una cosa sola.
San Nicola Superstar! Venerato e amato, altruista e tenace, San Nicola da Myra è l’antesignano del moderno Santa Claus, che lo riprende persino nel nome, Nikolaus. Il suo culto è condiviso da cattolici e ortodossi, e la sua fama è riconosciuta in tutto il mondo, ma mai nessuno ha pensato di metterla in musica. Almeno finora.
Isabella e Maria Giuseppa Tortorelli sono due sorelle di Armento, unite dalla speranza. Siamo all’inizio del ‘900, molti italiani decidono di mettersi in viaggio verso New York per lavoro, per riscattarsi. Le sorelle trovano lavoro insieme, alla Triangle Waist Company. Preparano camicette alla moda, quelle che forse non metteranno mai.
Può una torta cambiare il destino di una persona? Sì, se si tratta di una leccornia senza tempo come il pastizzotto novasirese, prodotto alimentare tipico della tradizione a cui si ispira la Joe’s pie dello spettacolo teatrale che chiuderà in bellezza la giornata da capitale del comune di Nova Siri.
La torta di Joe, commedia brillante dal gusto retrò scritta da Elisabetta Tulli per la regia di Serena Mastrosimone e Gino Matrunola, presenterà al pubblico una storia di sorrisi e dolcezza, raccontando le vicende di un piccolo caffè di periferia in attesa della visita di una rinomata critica culinaria, interessata proprio all'ingrediente segreto che rende la Torta di Joe così speciale.
Grottole è un Borgo Autentico in provincia di Matera. Ha una storia antica, e prende il nome da piccole grotte naturali, abitazioni preistoriche oggi riconvertite in laboratori di ceramica. Grottole è piena di tesori, nascosti nelle chiese, nei ruderi del castello longobardo e nelle bellezze naturali di cui è circondata. Eppure si sta spopolando, come accade a tanti piccoli borghi italiani, perdendo i suoi cittadini in un movimento di allontanamento dalle origini che ne potrebbe segnare il destino. È qui che entra in scena Tony.
San Vitale La Strada che porta al cielo. La notte del 21 settembre 2019 otto fasci di luce si staglieranno in cielo. Sotto ogni fascio, come un tesoro alla fine dell’arcobaleno, ci saranno otto chiese rupestri. I curiosi non avranno che da mettersi in cammino, in un percorso guidato dalla luce.
Le otto chiese tappa di questo itinerario sacro sono Santa Margherita, Santa Lucia dei Giaconelli, Spirito Santo e Madonna delle Spinelle a Melfi, e Crocifisso, Santa Barbara, Sant’Elia e Santa Maria della Stella a Rapolla. Le chiese, costruite in un periodo che va dal X al XIII secolo, uniscono idealmente i due comuni, già accomunati da diverse pagine di storia.
A San Severino, presso il Santuario della Madonna del Pollino, è in uso una tradizione: girare tre volte intorno al tempio, sulla cima della rupe, prima di entrare in chiesa in ginocchio. In passato i fedeli erano anche soliti battersi il petto, attraversare il vicino fiume a piedi scalzi in segno di purificazione, toccare un’immagine sacra con fiori raccolti nel bosco, oppure organizzare veglie notturne.