Go&See
Plovdiv: la periferia d’Europa
Poche volte capita di sentire il calore della terra natia e di sentirti a casa in un terra che non è la tua. A Plovdiv è successo.
Plovdiv, l’antica Filippoli e antica capitale della Bulgaria (come più volte ci ha tenuto a precisare la nostra guida Nikola), è un grosso centro cittadino nella zona sud della nazione, città di contatto tra Bulgaria, Grecia e Turchia. Seconda città bulgara per popolazione, è permeata di un senso di malinconia, quella malinconia tipica che traspare dalle architetture e dai volti della gente che ha sofferto e patito, che vede la luce dopo un lungo periodo di buio.
L’est Europa ha conosciuto anni difficili, a causa l’occupazione ottomana e dell’occupazione russa; per causa di quegli stessi russi che hanno respinto i Turchi fino ad Istanbul, regalando alle popolazioni balcaniche una parvenza di libertà. Ce lo ricorda Alyosha, il gigante custode della città, una imponente statua di granito che guarda Plovdiv dalla cima di una collina a pochi chilometri dal centro cittadino.
È una città estremamente affascinante, che ha attraversato la storia e che porta testimonianza di tutti i popoli che l’hanno abitata. Una città grande ma che resta semplice e pura, culturalmente viva e artisticamente molto interessante. Ma resta apparentemente isolata come lo è un quartiere di periferia: la periferia d’Europa.
Siamo andati in Bulgaria per creare un ponte tra due terre così lontane eppure così vicine tra loro che si rispecchiano entrambe nel concetto di periferia isolata e fiera.
Il nostro primo contatto l’abbiamo avuto con i nostri rispettivi colleghi Bulgari, Tanko Karsarov e sua moglie Miroslava Katsarova. La loro Associazione culturale si occupa di organizzare uno dei più importanti Jazz Festivals Bulgari, per l’appunto il Plovdiv Jazz Fest, che si è inserito di diritto nell’ambito delle manifestazioni “adottate” dalla Fondazione Plovdiv 2019. Un festival che sposa perfettamente lo slogan della città e della Fondazione, “together”, una visione rivolta ad una produttiva integrazione di passato e presente, di gente e di culture, che elimini i confini e le diversità, in nome di una mutua, pacifica tolleranza che vede il primato dello sviluppo culturale, anche attraverso i mezzi delle tecnologie, sempre più imprescindibili nel tempo presente.
E’ proprio questa la sensazione che ci ha accompagnato durante la nostra permanenza, dalla condivisione del pranzo presso il ristorante Hemingway in compagnia dei vari artisti, per finire con le scatenate jam sessions presso il Bee bop cafè al termine dei concerti.
Un festival pieno e variegato che ha alternato a grandi musicisti d’oltreoceano (Jason Moran e Joshua Redman tra tutti), altrettanto grandi artisti locali (Antony Donchev, Hristo Yotsov, Arnau Garrofe), segno della frizzante energia e vitalità che permea la città e che, naturalmente, non manca di estendersi anche oltre i confini cittadini. L’enorme palla rosso fuoco, simbolo e logo del festival, che ha campeggiato immancabile alle spalle dei vari musicisti saliti a calcare il palco del bellissimo centro culturale “Boris Hristov”, recuperato alla città, bene simboleggia la forza, l’energia e la determinazione di Plovdiv nel voler mettere a frutto questa grandissima opportunità.
Proprio al fine di porre le basi di una collaborazione fattiva, attraverso l’aiuto di Tanko Karsarov, “patron” del festival, ed Evgeni Dimitrov, manager di BulFoto, internet-agenza fotografica e giornalistica basata a Sofia, abbiamo preso contatti con alcuni artisti locali, per verificarne il fattivo inserimento nell’ambito del progetto “Suoni del Futuro Remoto”, di cui l’Onyx Jazz Club è project leader.
Una significativa disponibilità ci è stata fornita anche dalla stessa Fondazione Plovdiv 2019, nella persona di Reneta Georgieva, cui abbiamo rappresentato a grandi linee il nostro progetto e la nostra “idea” di collaborazione/integrazione con artisti del luogo.
Raccontare il paesaggio attraverso i suoni.
Tell the landascape through the sounds.
L’8 e 9 Novembre 2017 l’Onyx Jazz Club Matera ha ospitato in città i partners relativi alla prima fase embrionale del progetto “Suoni del Futuro Remoto, Gezziamoci Festival”.
L’obiettivo era quello di incontrarci tutti, una prima volta, per capire insieme come continuare la progettazione delle fasi che avrebbero portato alla nascita del progetto stesso.
L’incontro ha visto la partecipazione di:
- Scuola di Alto Perfezionamento Musicale di Saluzzo (CN);
- Comune di Saluzzo (CN);
- Rappresentanti della piattaforma artistica belga Overtoon, con sede a Bruxelles;
- Associazione culturale Art.ur con sede a Cuneo,
- Fondazione Matera-Basilicata 2019.
Naturalmente l’invito è stato esteso a tutta la cittadinanza, compresi ad alcune docenti dell’Università di Basilicata, con le quali abbiamo avviato una collaborazione nelle settimane seguenti all’incontro.
L’evento è stato ospitato da Casa Cava, luogo emblematico della rinascita della città di Matera e del nuovo filone culturale che sta prendendo forma in città.
Durante l’incontro l’Onyx Jazz Club ha avuto modo di far conoscere alla comunità il lavoro che la Fondazione sta svolgendo in collaborazione con la scena creativa locale e, allo stesso tempo, quello che l’Associazione si prefigge di realizzare con “Suoni del Futuro Remoto”.
La risposta del pubblico è stata ottima, coinvolto dalle tematiche affrontate ed affascinato da questo nuovo modo di raccontare il territorio attraverso i suoni che l’Onyx cerca di introdurre anche alle nostre latitudini.
Ancora l’Onyx ha avuto modo di confrontarsi con i partners, grazie ad una serie di tavoli tecnici organizzati durante le ore di permanenza a Matera degli ospiti, capendo insieme i punti di forza e quelli critici del progetto, scambiandoci idee e soluzioni.
Gli ospiti, naturalmente, sono rimasti affascinati dalla città e dallo spirito con cui Fondazione ed Associazioni si stanno avvicinando all’anno 2019.
Relazione programma Go&See - Vienna 12-16 dicembre 2017
Dal 12 al 16 dicembre 2017, una delegazione dell’Onyx Jazz Club di Matera, Project Leader per il progetto di Co-Progettazione “I suoni del futuro remoto”, formata dal Presidente dell’associazione materana il Dott. Luigi Esposito e del consigliere del sodalizio musicale il Sig. Raffaele Lamacchia, per il programma Go&See, finanziato dalla Fondazione Matera-Basilicata 2019, si sono recati a Vienna, per incontrare e discutere con i partner austriaci per progetto che candideremo alla Fondazione e delle varie fasi di lavoro che seguiranno il programma nelle fasi di accompagnamento al 2019.
Sono stati tre giorni intensi, ricchi di incontri, visite e scambi di idee con i l mondo culturale e creativo viennese, che ha arricchito molto le nostre conoscenze ed è stato fondamentale per definire meglio i vari ruoli e arricchirla con altre partnership e conoscere il giovane panorama artistico delle Università di Linz e di Vienna.
Arrivati a Vienna, in treno, la sera di martedì 12 dicembre 2017, dal giorno mercoledì 13 dicembre abbiamo iniziato la nostra attività di stringere relazioni e ponti tra la capitale austriaca e la Capitale europea della Cultura, Matera, del 2019.
Da subito ci è sembrata la città ideali e piena di assonanze con la città dei Sassi. Elegante, città UNESCO, con tanta musica sia fuori, tra le piazze e le strade che all’interno dei famosi teatri della Musica.
Il nostro contatto a Vienna è stato il Prof. Architetto Angelo Stagno, che, nella mattinata di mercoledì 13 dicembre, ci ha illustrato l’architettura e le varie stratificazioni della città, l’assetto sociale e l’aspetto naturalistico del territorio. Nel pomeriggio nel quartiere Messe Prater, polo fieristico ed universitario di Vienna, presso il WU-Campus (Wirtschaftsuniversität Campus), una piccola cittadina, progettata a Vienna dalla celebre designer anglo-irachena Zaha Hadid che può ospitare tra i 23mila e 25mila studenti, dove le piazzette e vialetti diventano importanti punti di ritrovo e di raccordo e ogni slargo ha un suo tema e una sua personale conformazione e anche le piante che adornano le aiuole sono state scelte in base alla loro diversa stagionalità e fioritura, abbiamo lavorato sul progetto e sulle proposte da fare ai nostri partner di progetto, le strategie e sulle fasi e tempi.
Il pomeriggio è stata anche l’occasione per visitare uno dei numerosi Musei della capitale, l’Albertina, Museo di arte grafica (uno dei più ricchi al mondo), per ammirare e prendere spunto sulle numerosi istallazioni artistiche e la loro presentazione.
In serata eravamo attesi al Musikverein, che detiene il titolo di auditorio con la maggiore acustica di tutta l’Austria, per assistere all’esibizione dei celeberrimi Wiener Philharmoniker. L’esperienza ci ha aperto un mondo sull’acustica e sulla gestione di spazi destinati alla musica e alla preparazione di grandi eventi.
Il giovedì 14 dicembre si è tenuto il meeting di lavoro con i nostri partner di progetto.
Al Tavolo di lavoro erano presenti, oltre ai due rappresentanti Onyx, il Prof. Arch. Angelo Stagno, anche la Prof.ssa Andrea van der Straeten del Dipartimento di Arte Sperimentale (Experimentelle Gestaltung) della Kunst Universitat Linz, il Dr. Johann Groiss, musicologo e docente della Musik Universitat Wien e giornalista-conduttore radiofonico dell’emittente della prima radio nazionale ORF, studenti dell’Università di Vienna, Isabella Forciniti e Philip Rabelsberger. Il lavoro è stato subito intenso e propositivo, che ci ha portato a rivedere in parte le fasi e si sono gettate le basi per una possibile calendarizzazione delle attività con le delegazioni universitarie a Matera per la fase di campionamento e di installazioni/performance artistiche nei luoghi. La ORF si è resa disponibile a partecipare al progetto come partner attivo nella produzione e promozione dell’evento.
Gli incontri sono continuati anche in serata con un gruppo internazionale di architetti nella studio dell’Arch. Ruffo Wolf, dove abbiamo parlato di cultura, Matera 2019, del nostro progetto e della possibilità di organizzare un ciclo d’incontri sull’architettura e gli spazi a Matera, portando grandi nomi dell’architettura contemporanea.
Venerdì 15 dicembre è stato il nostro ultimo giorno a Vienna, dove ne abbiamo approfittato per la visita ad uno dei Jazz Club più importanti della capitale austriaca, Jazzland, prendendo contatti con vari gruppi che si esibivano dal vivo.
Il rientro è stato sempre in treno la sera, facendo Vienna-Venezia, Venezia-Bologna e Bologna-Bari, arrivando il 16 dicembre.
Ci sono due modi per vedere Berlino dall'alto: il primo è salire sulla torre della televisione, nel cuore di Berlino, con un ristorante panoramico che girando permette la visuale su tutta la città. Si accede con un ascensore che in 40 secondi fa oltre 200 metri. Un viaggio brevissimo durante il quale non puoi vedere l'ascesa ma in pochi secondi sei sul tetto d'europa. è una sensazione mozzafiato, si accede ad un punto panoramico che ruota a 360° dove c'è un ristorante i cui prezzi sono proibitivi e dove puoi restare per poco tempo.
Il secondo modo di vedere la città è salendo a bordo di una recente attrazione: nei pressi del ceck point Charlye una mongolfiera ancorata a terra sale fino a 150 metri di altezza con a bordo un piccolo gruppo di persone. La salita in questo caso è molto più lenta e si ha la sensazione graduale del distacco dal terreno e della lenta scoperta; in altre parole una presa di coscienza consapevole di quello che ti circonda.
Il nostro secondo go&see ci ha provocato questa riflessione: come riuscire nella scommessa di far diventare i nostri progetti, le nostre produzioni artistiche di rilievo europeo? Beh! Ci sono almeno due strade: sfruttare l'ascesa rapida ed arrivarci in poco tempo e sentire il brivido di tutto e all'improvviso, oppure procedere un po' più gradualmente prendendo coscienza di quella salita che è ricca di particolari e che piano piano si fa meraviglia.
Berlino fa un po' questo effetto, l'effetto che dovrebbe fare tutta l'europa: fa nascere tante domande. E' una città mitologica bifronte, da una parte seduce con la miriade di possibilità che offre; dall'altra scoraggia e spaventa per l'estrema quantità di cose e per lo sconforto che provoca in tutte quelle anime artistiche che arrivate qui si perdono nel mare dei "creativi".
Forse anche questo è il senso della proposta materana, di una capitale europea della cultura ricca di altro tipo di contraddizioni ma sicuramente ricca anche di possibilità nuove.
Il primo giorno di go&see a Berlino abbiamo avuto la fortuna di incontrare di Rimini Protokoll, per presentare e raccontare a Stefan Kaegi e al resto del team il progetto di Matera 2019, "Matera Città Aperta", di cui siamo Project Leader.
Ci siamo confrontati sui progetti di ognuno e provato a immaginare connessioni per progetti comuni.
Il lavoro da fare sarà moltissimo, ma abbiamo ricevuto i complimenti per l’idea di messa in scena dello spettacolo e abbiamo registrato un interesse da parte di Stefan.
Il secondo giorno abbiamo incontrato Lea Barletti e Werner Waas, duo teatrale italotedesco.
Tante suggestioni, tanti punti in comune, una bella scoperta.
L’incontro è stato possibile grazie anche ad Andrea Porcheddu che ci ha suggerito il loro nome e ci ha messo in contatto per parlare del nostro progetto e per farci raccontare i progetti che loro realizzano da tempo a Berlino.
In particolare abbiamo trovato un’affinità di lavoro sul tema dei migranti e dei nuovi fenomeni di confronto e integrazione pluriculturale.
Iniziamo a costruire le basi per il bellissimo percorso di Matera Città Aperta.
Nel nostro viaggio a Berlino non poteva mancare una visita sui luoghi simbolici della storia di costruzione del Muro di Berlino. Per il nostro progetto è stato fondamentale lo studio di tutti i fenomeni sociali e culturali che sono scaturiti da quell’episodio così importante.
Siamo stati all'interno del Mauer Museum, il Museo del Muro, presso il Checkpoint Charlie, punto nodale della Storia Mondiale.
Concludiamo il nostro go&see con un bagaglio ricco di impressioni che ci daranno la possibilità di approfondire maggiormente il tema del limite e di tutte le interconnessioni sociali e culturali che si sviluppano in situazioni liminali o liminoidi.
La meta del viaggio è stata Tunisi. Probabilmente la città è in questo momento un punto di riferimento per le arti performative della zona nord africana.
A differenza di altre aree del paese Tunisi vive un intenso ed interessante fermento artistico. Sono davvero numerose le esperienze che prendono vita, e molte sono in contatto continuo con gli scenari internazionali.
Ci è capitato di incontrare una compagnia di teatro di figura che lavora con pupazzi di gommapiuma e che porta i suoi lavori in molti festival internazionali.
Ma forse la realtà che sembra concentrare le più innovative esperienze artistiche, in particolare modo di teatro e danza, è L’Art Rue, una organizzazione che ha sede nella Medina (centro storico) di Tunisi.
Da molti anni obbiettivo dichiarato è quello di far abitare le arti performative all’interno di un luogo difficile. In questa chiave si inseriscono i progetti di collaborazione che l’organizzazione ha messo in piedi e il festival Dream City, vera e propria bomba artistica in un contesto diversamente dimenticato.
Tra le realtà che sono ospiti de L’Art Rue c’è anche l’associazione Corps Citoyen, un collettivo di artisti di origini Tunisine e Italiane.
Corps Citoyen lavora sulla mise en space di spettacoli costruiti con ragazzi che vivono nella medina.
Conoscevamo il collettivo artistico da qualche tempo e nella ideazione del nostro progetto per Matera 2019, quando ci siamo interrogati sul modo per coinvolgere una dimensione europea, in maniera molto naturale abbiamo immaginato un’Europa non chiusa nei confini geografici ma allargata alle persone che si sognano europee.
Abbiamo proposto a Corps Citoyen di entrare nel partenariato, per lavorare insieme sui ragazzi, coloro i quali probabilmente saranno i cittadini europei di domani.
Durante il goo&see abbiamo assistito ad uno spettacolo itinerante con ha come tema le frontiere che dividono il mare mediterraneo. Un matrimonio tra le due sponde, a celebrare la fine sperata delle mura che le separano, la nascita di una narrazione nuova, che vede uomini e donne liberi di viaggiare come di restare.
Durante i giorni di permanenza abbiamo avuto modo di confrontarci sui rispettivi linguaggi artistici, sulle similitudini e sulle differenze. Il confronto è stato molto interessante, ci ha aperto nuove prospettive e nuove visioni sul mediterraneo e sul fenomeno della migrazione.
Nostro intento era anche quello di arrivare in Libia per coinvolgere una organizzazione che sta provando a fare teatro remando in modo caparbio contro corrente. Non è stato possibile poiché in questo momento c’è un nuovo inasprimento del conflitto interno, ma non demordiamo, proveremo a coinvolgerli comunque, per premiare quel coraggio da cui ci sentiamo contagiati anche un po’ noi.
Al termine del viaggio portiamo a casa un bel po’ di stimoli; è tempo di riorganizzarli e di rendere solido il nostro progetto.
BR1, Welcome Big Babol, Torino 2012
Per il 2019, noi del Sicomoro stiamo lavorando affinché abbia luogo una “scuola” che valorizzi le competenze dei migranti, che metta in luce i talenti e le abilità di ognuno. È un percorso lungo e bellissimo che vede all’orizzonte una meta ben precisa: l’inclusione sociale.
La nostra scuola, ispirata dall’esperienza internazionale della Silent University, prenderà una forma esclusiva nel genere, evolvendosi in un’operazione che combinerà le competenze personali dei migranti con le esigenze del nostro territorio, della Basilicata. Ma perché una vera inclusione avvenga, abbiamo pensato, questa ha bisogno di qualcosa di più, di una sorta di “collante” che faciliti il processo attraverso momenti di aggregazione, riflessione, di condivisione di valori. Abbiamo così guardato all’arte come il luogo di incremento del benessere personale, e all’arte pubblica come luogo del benessere collettivo.
Dopo aver individuato la tipologia creativa della nostra “Silent University”, mancava solo scegliere chi nell’ambito nazionale e internazionale dell’arte pubblica si fosse distinto per operazioni di natura sociale e con una particolare attenzione verso la questione dell’immigrazione. A seguito di un’attenta analisi abbiamo deciso che l’artista guida della nostra esperienza dovesse essere il torinese BR1.
BR1, Il Garibaldi di Matera, Matera 2016
BR1, laureato in giurisprudenza con una tesi in diritto islamico, svolge una ricerca artistica che indaga le contraddizioni generate dalla collisione del modello capitalista con la cultura e la tradizione dei popoli mediterranei. Lo scenario in cui la sua pratica artistica prende forma è lo spazio pubblico, operando in tutto il mondo: dagli Stati Uniti alla Germania, dalla Tunisia all’Italia. Attraverso poster incollati su cartelloni pubblicitari, performance e interventi urbani, BR1 riflette sulle ambiguità di una società globalizzata, che invece di attenuare i limiti e le frontiere, crea nuovi livelli di esclusione sociale. Negli ultimi anni ha realizzato una serie di opere che indagano con passione le migrazioni, fenomeno sociale in cui la vita e l’identità degli stranieri è spesso contrapposta ad un'opinione pubblica ostile e ad un potere politico che non riesce a gestire le conseguenti problematiche.
Tramite il programma Come&See della Fondazione Matera-Basilicata 2019, abbiamo ospitato l’artista dal 26 al 30 novembre 2017. Insieme abbiamo lavorato assiduamente per dare alla luce ad un progetto interno della “Silent University” lucana che rispondesse agli obiettivi prefissati.
BR1 accompagnerà la nascita e l’evoluzione della nostra “scuola” dal 2018 al 2019, e magari oltre. Insieme, con un lavoro sincrono tra comunità locale e comunità ospitata, produrremo tre azioni che rappresentano allo stesso tempo tre step fondamentali di crescita: la sensibilizzazione; la contaminazione e l’inclusione.
Adesso non ci resta che iniziare e augurare a tutti noi un buon lavoro!
E’ stata una fantastica avventura quella del nostro Go&See che ci ha visti lasciare la Murgia, aspra e sassosa, per approdare in terra catalana. Cinque giorni molto interessanti e abbastanza proficui che ci hanno permesso di confrontarci con realtà altamente innovative ed importanti nel panorama internazionale e crescere nel nostro cammino di evoluzione professionale ed umana. Ma, andiamo per ordine.
13 giugno 2017. Una mail, mittente la Fondazione “Matera-Basilicata 2019”: siamo stati selezionati, con l’idea progettuale “Breadaway – Le vie del Pane”, come Project Leader insieme ad altre organizzazioni di creativi lucani per sviluppare i contenuti del dossier di candidatura.
L’avventura è iniziata!
Dimensione europea, dimensione artistica, management, produzione di output per un pubblico e sostenibilità delle produzioni. Sono stati questi gli argomenti affrontati durante la fase di co-creazione che ci ha visti impegnati a fianco della Fondazione “Matera-Basilicata” 2019; un percorso che ci ha dato la possibilità di confrontarci con la scena creativa lucana e, allo stesso tempo, arricchire e migliorare le nostre idee progettuali. È stato proprio in questo contesto che è maturata in noi la voglia di connotare il nostro progetto con aspetti più vicini alle nuove modalità di fruizione della cultura, dando così alla tradizione un taglio innovativo ed internazionale. Quindi è stato necessario studiare il vasto panorama europeo e selezionare le realtà che avrebbero avrebbero potuto accompagnarci in questa nuova avventura. La scelta è caduta sul distretto artistico e creativo catalano. È qui che doveva approdare la creatività del lievito madre lucano.
Day 1
Bari – Roma – Barcellona. Ci siamo, l’Europa ci aspetta. Il Go&See ha finalemente inizio.
Day 2
“Te ganarás el pan con el sudor de tu frente”
Il primo volto a darci il benvenuto in quel di Barcellona è quello della solare Andrea Paz Cortés, attrice ed artista italo cilena, ideatrice e regista dello spettacolo “Harinera”. Come il pane è il risultato del mescolarsi di elementi quali acqua, farina, sale e lievito così “Harinera” è la somma della precarietà mista al profitto e alla relazione dell’essere umano con lo spazio.
Con lei ci siamo confrontati sull’aspetto sociale che si cela dietro l’elemento pane, sullo sfida, sulla creatività e sullo sforzo che ha da sempre contraddistinto l’umanità nella sua lotta per la sopravvivenza. Ed è con altrettanta caparbietà che è possibile relazionarsi con i vari livelli di audience per veicolare messaggi importanti, in un contesto che trasporta lo spettacolo teatrale tradizionale in uno spazio pubblico. È questo lo spirito di “Harinera”, perfetto esempio di coinvolgimento ed inclusione sociale.
“Nos unen las ideas”
La giornata prosegue con destinazione il quartier generale del FAD (Fostering Arts and Design), primo centro di riferimento in Catalogna e in Spagna per la progettazione e l’architettura, nonché promotore da sempre della cultura creativa attraverso molteplici forme.
È nel suo core pulsante che il nostro Go&See si è tinto di creatività e innovazione; è qui che arte, design, culture e tradizioni diverse si sono mescolate; è qui che la città di Matera si è presentata all’Europa e l’Europa a Matera. Una tavola rotonda di alto livello alla quale hanno preso parte le più importanti personalità artistiche catalane: Jordi Torrents per il FAD, Valerie Bergeron per Materfad, Arianna Mazzeo per Elisava, Raffaella Perrone per ADI FAD e IED, Mathilde Marengo e Marco Ingrassia per lo Iacc, Curro Claret, disegnatore industriale, gli artisti Eva Serrat e Jordi Enirch Jorba.
“Breadaway” si è svelato e con esso tutta la città di Matera e la sua cultura legata al pane. Il grande pane di Matera 2019 ha iniziato a prendere forma, arricchendosi di spunti, riflessioni. Le papille gustative culturali hanno iniziato ad assaporare il sapore di innovazione, la fragranza della creatività, elementi imprescindibili per dare nuovo slancio alla tradizione.
Day 3
È arrivato il momento per la creatività catalane di svelarsi ai nostri occhi e alle nostre menti, sempre più avide di nuova linfa culturale.
“Por qué estoy aquí? Por qué todo está aquì?”
La prima tappa della giornata ci vede far visita al Materfad, centro di ricerca e sviluppo di nuovi materiali.
È qui che la creatività umana da ampio sfoggio delle sue potenzialità per cercare nuove risposte alla sfida con la contemporaneità.
Le più inimmaginabili sostanze assumono un nuovo significato nel grande cerchio della vita.
“Dal món al museu”
L’arte, quella misteriosa! Ci lasciamo affascinare dal Museo del Design di Barcellona, in un viaggio nel tempo tra la storia del disegno grafico, del costume, del design e delle arti decorative.
“Design attitudes”
Bienvenidos en Elisava, la prima scuola di design ad essere inaugurata in Spagna.
Dal 1962, Elisava promuove la formazione, la conoscenza, la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione nel campo della progettazione, dell’ingegneria e della comunicazione.
“Shaping the future”
Il nostro cammino nelle strade di Barcellona ci porta a far visita allo Iacc, (Institute for Advanced Architecture of Catalonia), centro per la ricerca, formazione e produzione nel presente dei futuri modelli di vivere i luoghi.
Tra realtà aumentata e stampa 3D, si respira un profumo di radicale innovazione.
Qui la rivoluzione digitale è analizzata e seguita in ogni sua forma e dimensione, per poter allargare gli orizzonti dell’architettura e del design e affrontare con un nuovo spirito le sfide del domani.
Day 4
“Un món d’emocions úniques”
È arrivato il momento di lasciarsi alle spalle la travolgente ventata di innovazione e creatività made in Barça. Si riparte verso l’entroterra, destinazione Món Sant Benet, un progetto culturale e turistico di una bellezza singolare.
Tra innovazione tecnologica e tradizione, ci lasciamo catturare dai mille anni di storia del monastero benedettino, dalla sua fondazione, nel X secolo, fino all’inizio del XX secolo, quando il pittore Ramon Casas ne ha fatto la sua abitazione.
Oggi il monastero è un centro culturale e quartier generale della Fundació Alícia, punto di riferimento nell’ambito del food research.
Centro di ricerca dedicato all’innovazione tecnologica nella cucina, al miglioramento delle abitudini alimentari e alla valutazione del patrimonio alimentare e gastronomico, Alícia ci ha accompagnati in un viaggio nel mondo dell’alimentazione, dove abbiamo acquisito maggiore consapevolezza su quello che è e su ciò che mangia.
Day 5
“Un globo no es un muro. Es algo que construye lazos entre las personas.”
Il nostro Go&See sta per volgere al termine. Decidiamo di ritornare lì dove la nostra avventura catalana è iniziata, tre anni fa. Sarà stato un segno del destino?
Next stop Igualada. Ad aspettarci c’è il nostro amico di sempre, Mr. Jordi Enrich Jorba, che da tre anni accompagna la nostra evoluzione professionale e che, anche in questa occasione ha deciso di affiancarci in questa nuova “fragrante” avventura.
Centro di ricerca dedicato all’innovazione tecnologica nella cucina, al miglioramento delle abitudini alimentari e alla valutazione del patrimonio alimentare e gastronomico, Alícia ci ha accompagnati in un viaggio nel mondo dell’alimentazione, dove abbiamo acquisito maggiore consapevolezza su quello che è e su ciò che mangia.
Day 5
“Un globo no es un muro. Es algo que construye lazos entre las personas.”
Il nostro Go&See sta per volgere al termine. Decidiamo di ritornare lì dove la nostra avventura catalana è iniziata, tre anni fa. Sarà stato un segno del destino?
Next stop Igualada. Ad aspettarci c’è il nostro amico di sempre, Mr. Jordi Enrich Jorba, che da tre anni accompagna la nostra evoluzione professionale e che, anche in questa occasione ha deciso di affiancarci in questa nuova “fragrante” avventura.
Dal 9 al 12 novembre 2017, noi della cooperativa “Il Sicomoro” siamo andati in Germania a conoscere la “Silent University” di Ruhr grazie al programma Go&See della Fondazione Matera-Basilicata 2019.
Come Sicomoro siamo project leader per Matera-Basilicata 2019 di un programma che mette insieme migranti, rifugiati e comunità locale, università e formazione tecnica, creatività e arte pubblica, all’insegna di valori come la dignità umana, l’identità della persona e l’inclusione sociale.
Nel parco del Ringlokschuppen Ruhr, ente dalla cui iniziativa nasce la Silent University di Mülheim
Nel museo della Camera Oscura di Mulheim, una delle più grandi al mondo. Qui ritratto uno degli esempi di sovrapposizione di piani che amplifica la visione prospettica.
Qualcosa su cui The Silent University lavora già da diversi anni. Nello specifico la prima Silent University nacque a Londra nel 2012 su iniziativa dell’artista kurdo Ahmet Ögüt, nella cooperazione fra la Tate Gallery e la Delfina Foundation. Da allora si sono aperte nuove sedi in tutto il mondo, da Stoccolma e Amburgo ad Amman e Atene, fino all’inaugurazione nel 2015 della Silent University di Ruhr a Mülheim.
Siamo dunque andati a scoprire più da vicino di cosa si trattasse.
L’ingresso della Dezentrale, il luogo a Mülheim in cui ha sede la Silent University di Ruhr
Logo della Silent University di Ruhr
La Silent University nasce come una piattaforma indipendente online basata sullo scambio di conoscenze da e per i rifugiati, i richiedenti asilo e gli immigrati. L’obiettivo è riattivare le conoscenze e le competenze dei partecipanti che non sono in grado di utilizzare il proprio background accademico a causa dello stato di residenza in un paese diverso da quello d’origine. La piattaforma offre dunque un programma accademico con conferenze, discussioni, ecc. Per la Silent University il silenzio e la lentezza sono i valori costituenti, gli stessi che la accomunano con la visione Open Future di Matera 2019, gli stessi con cui noi del Sicomoro ogni giorno fondiamo il nostro lavoro.
A Mülheim abbiamo avuto il piacere di incontrare la coordinatrice e il consulente della Silent University di Ruhr, Kirsten Ben Haddou e Justin Fonkeu, e abbiamo partecipato ad uno dei loro eventi, il vernissage della mostra “C’era una volta in Siria”.
Locandina della mostra “Es war einmal in Syrien”
Conferenza di presentazione alla mostra
Stefania Dubla e Marta Schiavone, le nostre portavoce a Mülheim, hanno discusso a lungo con loro, confrontandosi sui punti di forza e di debolezza dell’iniziativa nella prospettiva di replicarla a Matera e in Basilicata per il 2019.
“The Silent University Ruhr – dicono Kirsten e Justin – is located in the center of Mülheim on the edge of the pedestrian zone. Known as the Dezentrale, and already established as the site for a variety of artistic and social projects in the past, it has an open door policy. It’s place where people in the city can meet. A place where knowledge which has been silenced can be heard once again”.
La cosa più bella è stato conoscere e vedere con i nostri occhi lo spirto di quest’iniziativa, il senso di appartenenza nell’incontro fra mondi lontani che diventano una sola cultura.
Ringraziamo allora Kirsten e Justin, per il fruttuoso incontro. Torneremo presto a Mülheim. Intanto, avanti tutta verso la co-creazione della più bella delle capitali!
Vista di Mulheim
29th August: Matera
We reach Naples because tomorrow we leave from Capodichino to reach Stefano Faravelli in Turin.
30th August: Turin.
We meet Faravelli. His house inspires us with solutions for the ‘camera secretissima de lo core'. Stefano listens very carefully, then shows us some of his emotional maps. We agree upon everything, we take note of critical issues, too. We say goodbye holding three of his maps in our hands as if to say that we have already started working together.
August 31st: Berlin
We leave from Bergamo and in an hour and a half we are in Berlin. Andrea, kind soul for us, comes to pick us up at the airport and takes us to his house. That afternoon we go to the Radial system V,seat of the Sasha WalzCompany, to meet her art director, as well as her husband, Jochen Sandig. First, he wants to show us their work space: just great. After the long interesting visit to their place, Jochen leads us outside where, around a coffee table, we start telling about our project. As soon as Matera is mentioned, Jochen nicefully requests a long digression about the town and the Sassi, surfing the Internet with his mobile, as if he needs to be sure that what we are describing is real ... Even with his great ability in digressing Jochen is very interested in the project and immediately shows his understanding of it. He has taken notes of everything and asks to know the possible dates for the next meetings as soon as possible. He tells us that he immediately wants to report to Sasha Walz the contents of our meeting and agrees to submit by 15th September their commitment to the project together with the broad economic proposal, the hypothesis of co-financing and also the best period for their participation. We suggest the following: 1-a couple of workshops aimed at ordinary people,not at professional dancers, held in 2018 by Sasha Walz together with at least 4 dancers from her company; 2- to perform,with her dancers and the participants to the workshops, at least five short stories to be told through dancing in an equal number of places in the city of Matera in 2018; 3-to be present at the crash tests planned in 2018; 4-to perform the 5 stories with 5 mini-choreographies for two consecutive weeks in 2019.
Before leaving, we remind each other that we will meet again later that night to see the show 'Women’ by Sasha Waltz at the festival “Tanz Im August” and also the next morning to meet Sasha Walz after taking part to a virtual reality experiment precisely on the show ‘Women’.
1st September - Berlin
At 1.30 p.m. we meet AlessioTrevisani in front of the restaurant Oxymoron, Rosenthaler Str. 40-41, a beautiful road full of buildings which were restored after the fall of the Wall. We are on time but he is already there. We settle in and begin a business lunch. Alessio immediately looks like a gentleman: speaking of ideas for our ‘Atlante’ he tells us about angels and about his desire to make the authors of the stories dance. Around 15th September he will also send us the project proposal and financial plan. He will ask his theatre in Leipzig for a possible co-financing.
1st September - Berlin: Meeting with Heike Hennig, choreographer from Leipzig.
In the afternoon of September 1st we meet Heike Hennig in a café. She is from Leipzig and is half an hour late: in a message she describes a huge unexpected traffic jam. She arrives with a bright smile on her face and apologizes. She is with her husband, a big man who turns out to be shy and nice. We get straight into the heart of the matter and we tell her about the project, Andrea Villani, our good soul from Berlin, translates every German phrase. She often nods and,as we speak, she shows us some photos and brochures that she brought with her, as if to stress the fact that our project tells about people, methods and ideas that already belong to her. Indeed it does look just like that and we feel we have found a potential great workmate. At the end, before we say goodbye, she brings out a box of chocolates and gives it us as a present. We greet each other reminding her our mutual commitments, but with big hugs and smiles.
1st September - Berlin: "Women" by Sasha Walz
At 9:00 p.m.,at St. Elisabeth-Kirche, a deconsecrated church, we watch the show ' Women’ by Sasha Walz. After that, the choreographer joins us for greetings and for asking further details about our project.
2nd September - Berlin: Virtual Women.
As promised, in the morning of 2nd September we go back to the church where the night before we watched the show ‘Women’ by Sasha Walzthe. There we watch a 30-minute virtual version of the same show. At 12 o'clock we, along with about twenty people, are invited by the technical staff to wear special glasses, which have a cell phone instead of lenses. In the scene that we see there are the women sitting around four tables arranged in a square. The prospect of vision is central: we are in the middle and the dancers sitting around us that act and dance. They invite us to get up and move in that space. We have a 360-degree view so that, when we move our head or turn back, we see exactly what happens behind us. At the end, we think about the sensations felt and we agree that the augmented reality we imagine for our project does not exactly match what we've seen and felt this morning.
2nd September - Berlin: we meet the Grape shade
Our last meeting before reluctantly leaving Berlin is with a member of the Grapes hade, a group of ‘tough’ dancers on the up-to-date Berlin scene. We liked them on you-tube during a long surfing on the Net looking for new trends in European dance. The representative of the group listens to the translation by our exhausted good-soul Andrea and constantly takes notes. When we speak of co-financing, he tells us that also in Berlin the Ministry of Culture has recently been asking artists for a 20% co-financing on each proposed project. Groups like them-he explains- aren’t able to work with local authorities any more, precisely because they can't support that 20%. Anyway, he seems interested in our project, but he says he needs to talk about it with the others in the group. In any case, they will write to us by the deadline. After this, our meetings with German artists are finished. Tomorrow we leave to Verona, to Padua and then to the Venice BIENNALE!
3rd September - Rovereto, at the ‘Oriente Occidente’ Festival
We say goodbye to Berlin and Andrea. We take a flight to Verona and then a train to Rovereto. In the early afternoon we meet Paul Manfrini, one of the two artistic directors of the festival. They are interested in participating in our project and they suggest us to go to the Mart and see the exhibition by Salvo Lombardi, performer and choreographer, who has used augmented reality. If his work were to be interesting to us, says Manfrini, the Festival might consider his presence in Matera as some form of co-financing. They also ask if it could be possible to make a further 'stage ' after 2019 in Rovereto. So, we go and see the exhibition by Lombardi: it seems interesting but we can't imagine a version for our project. At 6.00p.m. we watch the show on the terraces of the Mart: OSCYL VARIATION by the French company of Eric Lamoureux and Héla Fattoumi. In the evening we go to the theatre to watch Lutz Forster and we are fascinated and moved.
4th September - Padua, towards the ART BIENNALE
In Padua we join Marco at his home, where he will host us during our two-day visit scheduled in Venice for the BIENNALE. Our good soul from Padua shows us the city and relieves our exhaustion.
5th September - Venice, Biennale, Arsenale
We spend two days at the Biennale in Venice, starting from the Arsenal: we find many ideas for our project. Many thanks to Ariane for having recommended this visit. How many books, how many maps!
6th September – Venice Biennale, Gardens
A great part of this section also seemed very interesting. We were especially fascinated by the Russian and Japanese pavilions, but many others really deserve a visit.
7th September, Turin - meeting with Alessandro Baricco at the Scuola Holden
We are back in Turin, this time to meet Alessandro Baricco and the people in charge of the Scuola Holden. We are impressed by the beauty of the building. Alessandro walks towards us along the corridor on the first floor with Marta, his assistant. His kindness makes us feel immediately relaxed. While sitting around a table Luciana explains our project in detail: both Alexander and the director of the Scuola Holden really like it. Alessandro intends to oversee the work done by three or four very talented graduates of the school, including young people coming from the South of Italy, who would be in Matera for two or three weeks to analyse stories, to meet the authors of maps and maybe to helping us even collect stories so that they would have an insight of how the people and the city are. Alessandro tells us that he has to finish his latest book by May, so he could start working by June; anyway he promises that he will be with us in Matera for a week in March, after the collection of maps will be completed. We also ask him to plan an overall idea of narrative drama. By 15th September, as we requested, the school will make a proposal specifying whether and which co-financing they plan to adopt. This brings our go&see to an end. We are very tired but really happy.
Our go&see took us to Copenhagen to meet two international experts in l.a.r.p. (live roleplaying games) in order to see how they work and start a discussion on our project. It was a very busy and fruitful 5- day working session, which made us fly to the Danish capital from Matera as well as from Pavia, from Poland, from Sweden and Finland.
The weather was gloomy and the temperature was not exactly the one we are used to in summer but, after all, we had to work. After stopping over in Naples for a conversation with the President, we spent the first European day sharing opinions on several issues related to the project. Then, two experts in larp arrived and we went straight to the heart of the discussion.
Sergio explained the objectives of the project and the steps outlined by the Foundation, in addition to the assumptions about the outputs. Then, two producers took the floor: Bjarke Pedersen told us about various larps he performed and explained the different technical aspects, targets and organizational features. He addressed the issue of the locations and the various practical options between sets, which may be either closed or blocked off, and larps, which involve people. Then, he presented his latest creation, the hamlet.
After that, we listened to Mike Pohjola, producer of larp and other transmedia experiences. And, in order to understand how a larp works/is carried out, he guided us on a 3-hour tutorial.
The last sessions of our tour included a discussion on the possibility to cooperate and details on the production costs of a larp and on the technical profiles required.
Finally, on the last day the sun came out and, to unleash our creativity, we went for a bike ride.
Objective: meeting one of the key partners of the Luna al guinzaglio proposal for Matera 2019, that is to say the Mediterranean expedition that will arrive in Favara, in the province of Agrigento, on 26th August, to support the Farm Cultural Park, an urban regeneration project that is facing a critical period within the local government.
It is the right time to explore a territory where contemporary art will be used to regenerate the entire inhabited centres, spoilt by illegal building, worsened by catastrophic events. A typical example: Gibellina Nuova. After the earthquake in Belìce, the small town has been well known for the reconstruction of an open-air artistic park whose works of art are closely related to the Museum of the Mediterranean Wefts.
25th August: Potenza-Favara on the road
The Salerno-Reggio Calabria highway is now beautiful and easy to be driven across, thus letting people enjoy the night journey to Sicily with the sunset on the nice, hot and red sea. Almost nobody is taking the ferry boat to Messina late at night, the air is mild and after half- an- hour ferry boat the challenge starts: we arrive in Favara on time for the midnight check-in at the Community, that is the B&B inside the Farm Cultural Park.
But Gaetano, who is the owner of the B&B, already knows that in the darkness, the road will not meet the expectations.
We arrive in Favara at night,we are exhausted, we do not seize immediately the greatness of the site, but even in tourist accomodations you can ‘live’ design everywhere, which highlights mass architecture in a pleasant cosmopolitan contrast.
26th August: Mediterranean at the Farm Cultural Park
Designed by Andrea Bartoli and Florinda Saieva back in 2010, the cultural park was built in order to make art revitalise a territory affected by a high percentage of delinquency and illegal building. Thanks to this project it was possible to import good practices from all over the world, thus getting inspired by containers of International contemporary art, rather than by districts built in the big worldwide capitals where it is possible to find manufactured products, food from all over the world and innovative experiences.
A regenerated inhabited district that develops in 7 courtyards with a Moroccan garden, a social kitchen, a co-working space, a gallery for temporary exhibitions, a school of architecture for children, several spaces where to drink and eat, tourist accomodations managed by the buildings’ owners who started their business within the framework of the regeneration project.
It looks like a gallery-district where every year artists, architects and the creative community are invited to replace the installations and the works of the continuously developing collection.
It looks like a big machine that requires a huge effort and that involves most of the community directly or indirectly.
The positive effect of the project can be immediately noticed wandering around the town, starting from the Castle that hosts temporary exhibitions in compliance with the schedule of the Farm. The aesthetic contamination can be noticed in the urban furnishings of gardens, benches, signs etc. It seems that some other activities and places might have been contaminated by this innovative atmosphere: the Museo della Mandorla (Museum of the Almond) - that unfortunately is shut down but a glimpse of it can be caught from the windows - restaurants with tables in the yards and street art on the walls, unique corners standing out among the run-down lanes and pervasive incomplete buildings!
In the evening the expedition Mediterranea organizes an unscheduled event at the Farm Cultural Park to raise the interest in the project by comparing the two realities that are putting their efforts to change difficult situations.
Mediterranea is an expedition that was founded in 2014 by a group of people sharing the passion for sailing and the wish of using the energy of a boat in a mission aiming to let people know the other Mediterranean countries, to build peace bridges and to offer a tool to carry out scientific research, like the study on plastic wastes in the water. It is a project open to new collaborations. On the way to Favara, we decide to stop at Porto Empedocle, even if it was not planned because for La luna al guinzaglio it was an opportunity to meet the partner with whom we worked out the proposal for Matera 2019 within the framework of “Coast to Coast”.
The dialogue between Simone Perotti, writer, sailor, designer, heart and soul of Mediterranea, and Andrea Bartoli, founder and artistic director of Farm, opens a public debate on the importance of long-term planning like this one and on the need of having visionaries who can look towards new development opportunities and community prospects.
At the end of the event, we meet Francesca Piro, sailor and President of Mediterranea together with Simone Perotti, to discuss about next year’s projects and organize an inspection on the boat. 2018 expedition has to be completely organized because the captain and the crew must be identified. Every year the crew alternates the founders with the project’s partners. However, we have already decided which countries we are going to, such as: Tunisia, Morocco, the Strait of Gibraltar and Portugal. “In October we will plan other activities”, Mr. Perotti concludes and puts off a more operative meeting with Francesca to the following day.
The evening goes by very fast until late at night. Tasting a small rice croquette and an artisanal beer, we visit all the spaces and every corner of the gallery with the electro-soft dj-set. We are surprised to see the huge quantity of people strolling down the narrow streets of the Farm and the absolute transversality, despite the most popular festival of the village is underway in the central square! Groups of youngsters, families and couples of adults stroll down and mix with young people and people looking for an alternative evening, while a film on the street art in Grottaglie is projected and followed by an interesting debate on the creator, thought-provoker, art dealer and internationally-lauded artist: Angelo Milano, tag Momo.
27th August: The Museum of Mediterranean Weft in Gibellina and Mediterranea in Sciacca
At breakfast the President of Mediterranea explains to us thoroughly the 2018 programme of the expedition, highlighting any unexpected events, presenting the local interlocutors, like the Institutes of Culture, Embassies and Port authorities that are usually involved to start planning meetings, research and events.
After scheduling the next dates, an inspection of the boat is carried out at the Porto of Sciacca where it is tied up at the dock.
In the meantime, turning and heading towards west, La luna al guinzaglio continues up to Gibellina, where it discovers a town that is the symbol of the post-earthquake regeneration hosting the Museum of the Mediterranean Wefts.
Favara is 120 km away from Gibellina, that is two-hour drive through contrasting landscapes.
The degradation caused by illegal building is replaced by the beauty of the Valley of the Temples and of the coast.
Driving northwards on Sunday afternoon we can see an arid and dormant landscape and Gibellina Nuova looks surreal, among impressive incomplete and complete monuments whose value is unknown to the most!
All is quiet, while the big works of art display a recent past to the foreigners, a past that has marked history only in the art textbooks, without giving way to a better future for the community.
This place is a true open air museum, where Ludovico Quaroni built the Mother Church with the shapes of a suburban planetarium, Consagra built a big portal at the entrance to the town and an incomplete theatre, Mendini built the Civic Tower-Carillon, Accardi decorated entire walls with hand-painted local ceramics.
We drive through the town to admire the art in the street. We do not have enough time to arrive at the old town of Gibellina where Burri turned the ruins of the town erased by the earthquake of Belice into a permanent memorial known as the “Cretto gigante”, one of the world’s biggest land art works. After the earthquake of 1968 Gibellina was rebuilt near the motorway, on the lands of a mafia family. The mayor at the time invited the most important artists and Gibellina started to be mentioned in the textbooks of contemporary history of art but its reputation stopped there.
The Foundation Orestiadi deals with interesting activities. It organizes the festival of the theatre and international music that can boast big settings like the huge cretto by the master from Città di Castello and promoted the Museum of Mediterranean Wefts, that celebrates Sicily as the outpost in the exchanges between Greece, Middle East and Africa.
We are interested in craft works and works of art that mix and convey the know-how of remote places. The famous artists who are included in the exhibition raise the expectations. In fact, the great work by the Stalkers in primis, “Tappeto volante” does not disappoint them: stalactites made of ropes with copper ends make up a suspended sky and devise a travelling place, where stillness mingles with movement. The installation is the result of a multicultural lab aimed at redesigning the wooden ceiling of the Cappella Palatina in Palermo, a manual activity which can involve everyone in the research on the Iranic origins of the building that has been implemented within the travelling exhibition “L’Islam in Sicilia”.
The collection of impressive and unique installations is a proof of the time spent in Gibellina by artists like Boetti, Pomodoro, Isgrò and Accardi. We cannot but mention the impressive view of the “Montagna di sale” by Paladino, in which the power of the black horses sucked by the whiteness of the salt is thrown towards the dry landscape beneath the impassive sky.
Unfortunately, the remaining works and artifacts in the exhibition disperse this great energy. Paintings, sculptures, artifacts, handicrafts, traditional textiles and costumes are exhibited mixing them up along a completely confusing space-time; moreover, they are blurred by the neglected settings, which sometimes are almost kitch!
The attempt to put everything together hasn’t been very successful. It is clear that adding new luster to this great treasure has been necessary, as the closure of the seat of the Foundation in Tunis some years ago shows.
Therefore, we set off for Sciacca, our mind full of visions.
We are going to visit the only sailing boat arriving at the port tonight. We arrive at the same time as the 17-metre blue and white sailing boat that manoeuvres and ties up at the dock. Simone Perotti helps us get on the boat to introduce us to the crew and show us the spaces that 14 people have been sharing for three years during this expedition in the Mediterranean Sea.
A masterpiece of wooden joints and details with all the necessary stuff to live together, to read, to discuss, to study and to relax. Cabins and control boards are located together with cupboards, a small library, a table for everyone and the plotter to display the routes on the maps.
At last we are on the vessel that will spread the wings of our imagination wide, from Basilicata to the Mediterranean.
La luna al guinzaglio is ready!
The new captain will join the crew in October. We have to wait!
After a relaxing stop over in Catania, where new and old friends welcome us, we are ready to go back to Basilicata.