IAC Centro Arti Integrate Go&See #1
La meta del viaggio è stata Tunisi. Probabilmente la città è in questo momento un punto di riferimento per le arti performative della zona nord africana.
A differenza di altre aree del paese Tunisi vive un intenso ed interessante fermento artistico. Sono davvero numerose le esperienze che prendono vita, e molte sono in contatto continuo con gli scenari internazionali.
Ci è capitato di incontrare una compagnia di teatro di figura che lavora con pupazzi di gommapiuma e che porta i suoi lavori in molti festival internazionali.
Ma forse la realtà che sembra concentrare le più innovative esperienze artistiche, in particolare modo di teatro e danza, è L’Art Rue, una organizzazione che ha sede nella Medina (centro storico) di Tunisi.
Da molti anni obbiettivo dichiarato è quello di far abitare le arti performative all’interno di un luogo difficile. In questa chiave si inseriscono i progetti di collaborazione che l’organizzazione ha messo in piedi e il festival Dream City, vera e propria bomba artistica in un contesto diversamente dimenticato.
Tra le realtà che sono ospiti de L’Art Rue c’è anche l’associazione Corps Citoyen, un collettivo di artisti di origini Tunisine e Italiane.
Corps Citoyen lavora sulla mise en space di spettacoli costruiti con ragazzi che vivono nella medina.
Conoscevamo il collettivo artistico da qualche tempo e nella ideazione del nostro progetto per Matera 2019, quando ci siamo interrogati sul modo per coinvolgere una dimensione europea, in maniera molto naturale abbiamo immaginato un’Europa non chiusa nei confini geografici ma allargata alle persone che si sognano europee.
Abbiamo proposto a Corps Citoyen di entrare nel partenariato, per lavorare insieme sui ragazzi, coloro i quali probabilmente saranno i cittadini europei di domani.
Durante il goo&see abbiamo assistito ad uno spettacolo itinerante con ha come tema le frontiere che dividono il mare mediterraneo. Un matrimonio tra le due sponde, a celebrare la fine sperata delle mura che le separano, la nascita di una narrazione nuova, che vede uomini e donne liberi di viaggiare come di restare.
Durante i giorni di permanenza abbiamo avuto modo di confrontarci sui rispettivi linguaggi artistici, sulle similitudini e sulle differenze. Il confronto è stato molto interessante, ci ha aperto nuove prospettive e nuove visioni sul mediterraneo e sul fenomeno della migrazione.
Nostro intento era anche quello di arrivare in Libia per coinvolgere una organizzazione che sta provando a fare teatro remando in modo caparbio contro corrente. Non è stato possibile poiché in questo momento c’è un nuovo inasprimento del conflitto interno, ma non demordiamo, proveremo a coinvolgerli comunque, per premiare quel coraggio da cui ci sentiamo contagiati anche un po’ noi.
Al termine del viaggio portiamo a casa un bel po’ di stimoli; è tempo di riorganizzarli e di rendere solido il nostro progetto.