Avreste dovuto esserci
Avreste dovuto vederli.
Gli occhi dei passanti, soffermarsi sui colori verde, giallo e arancio di piazza San Francesco d'Assisi. Spezzavano il bianco candido dei Sassi dai quali si è modellata la città.
Gli occhi di Bruna che ci guarda teneramente quando le chiediamo di aprirci la porta di casa e cucinare qualcosa insieme, e dei ragazzi del supermercato che si corrono di corsia in corsia per aiutarci.
Gli occhi dei ragazzini che chiedevano di partecipare, e degli anziani che ci osservavano dal balcone o giocavano a carte con noi.
Avreste dovuto sentirle.
Le risate della popolazione, incredula di fronte a quello strano gruppo di ragazzi che parlavano tutti inglese tra di loro e facevano strani movimenti con delle tartarughe sul dorso della mano.
Le risate della gente ferma al semaforo con noi che ballavamo al loro fianco, del meccanico che si esibisce con noi di fronte ai clienti e dei bambini che ci ammiravano giocare spensierati, pur avendo qualche anno in più di loro.
Avreste dovuto provarli.
Gli abbracci rassicuranti di colori i quali ci hanno scelti e accompagnato per mano alla scoperta di questo paese.
L'abbraccio della gente, che supera la diffidenza e sorridendo decide di dare una svolta positiva alla propria giornata. L'abbraccio della famiglia che ci saluta al termine di questa settimana e ci promette che avremmo sempre una casa in Basilicata.
Avreste dovuto annusarli.
I profumi di questa terra così legata alle sue tradizioni, del sole che brucia a settembre e del fiore di zafferano che incroci per magia in una distesa arida, a ricordarti come la natura vinca su tutto.
Il profumo caffè in quel bar che è diventato anche un po' mio, della focaccia dal panettiere all'alba e del calice di vino rosso a cena mentre l'oste parla in dialetto e un orientale canta una lirica inaspettata.
Avreste dovuto assaggiarli.
I piatti tipici preparati dalle famiglie lucane con tanto amore e dedizione, le pesche della campagna e le olive più grandi che io abbia mai visto.
I piatti pensati e realizzati da i ragazzi di tutta Europa, condivisi nella stessa tavola, nella stessa sera e nello stesso luogo.
Avreste dovuto viverli.
Vivere questi giochi urbani per capire davvero cos'abbiano trasmesso.
A noi che li abbiamo messi in pratica, a loro che li hanno organizzati e a chi con noi li ha condivisi.
Avreste dovuto vedere la felicità di chi camminava per strada a testa bassa e incrociava per caso il nostro percorso e si lasciava coinvolgere in qualche strana missione. Vedere come una parola, un gesto, un'attenzione diversa dal solito possano cambiarti la giornata, o magari qualcosa in più.
Cambiare la visione della città, sostenerla in una nuova missione: Matera2019.
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foto: Francesca Zito