Altofest, Abitare Futuro rovesciando lo spazio
Quella di Altofest è la storia di una risposta, originale e provocatoria, alla crisi del teatro. Davanti alla diminuzione costante del pubblico, a Napoli, si volle decostruire l’idea dello spazio-teatro per andare all’essenza stessa del teatro, portandolo nelle abitazioni private. Nacque così Altofest, un festival che mette in relazione l’artista con il luogo più intimo per uno spettatore e trasforma la casa in un teatro domestico.
Da questa esperienza è nata Altofest-Abitare Futuro, un’edizione speciale, concepita per Matera-Basilicata 2019, di quest’opera-sistema che si innesta nel tessuto socio-urbano. Dal 4 novembre all’8 dicembre, 29 residenze artistiche, da 2 settimane ciascuna, hanno interessato i comuni di Melfi, Venosa, Moliterno, Sarconi, Montalbano Jonico, Tursi, Tricarico, Grassano, Montescaglioso, Miglionico e Matera, a testimoniare quale interesse continuino a rivestire le aree interne della regione per Matera 2019. Di queste residenze, 27 si sono svolte nelle abitazioni private di cittadini lucani e 2 in “luoghi speciali”: una sala biliardo e uno scuolabus. Oltre 2500 spettatori hanno avuto la possibilità di assistere alla messa in scena di opere di artisti nazionali e internazionali, noti nei campi più differenti, dalla danza al videomaking, dal teatro alla musica.
Il concetto alla base di tutto il festival era la relazione di scambio tra famiglia ospitante e artista. I cittadini diventavano così “donatori di spazio”, mentre l’artista riscriveva la sua opera in base allo spazio che viveva e alle relazioni interpersonali che instaurava con gli ospitanti. In questa prospettiva, il nucleo familiare costituiva elemento di confronto per l’artista, permettendo o negando lo stravolgimento dello spazio attraversato e, talvolta, costituendo parte integrante dell’opera.
Non solo accoglienza, dunque, ma dialogo costante, che ha trovato la sua massima espressione nei dibattiti aperti organizzati sempre intorno al decimo giorno di residenza, alla vigilia della performance/restituzione finale dell’artista. In questi momenti di scambio si è evidenziato come, e si è trattato di un risultato inatteso, le residenze abbiano stimolato una riflessione estetica comune sulle performance e sull’elaborazione stessa delle restituzioni.
Resta ora da considerare quale prezioso patrimonio Altofest-Abitare Futuro abbia creato in termini di relazioni e costruzione di comunità e, soprattutto, come non disperderne le prospettive.