Gardentopia, l’eredità di un nuovo immaginario
Si è concluso il ciclo di 32 residenze artistiche del progetto Gardentopia dislocate in 26 comuni su tutto il territorio regionale.
Sono stati 3800 i partecipanti totali, 2850 gli alberi e le piante messi a dimora, 64 i laboratori attivati e 14 i giardini riqualificati. Sono stati affidati, inoltre, 13 orti a singoli cittadini e 7 a scuole pubbliche, mentre si sono svolte ben 14 performance (tra installazioni performative, teatro, danza e musica). 4, infine, sono stati gli incontri con tutti i Comuni e giardini coinvolti (la “Notte Verde” oltre ai 3 Gardentopia Day). Gli esiti del progetto si riassumono in 4 produzioni editoriali e 2 film originali.
Ma oltre i numeri, che riportano nel modo più diretto e lusinghiero il successo del progetto, è utile riflettere sull’eredità di un processo come Gardentopia.
Partendo dall’esperienza pilota dei “4 giardini” attivata nel 2016 (Agoragri, Pascoli e Giardino dei Momenti a Matera; Boschetto Orizzontale a Potenza), si voleva replicare in tutto il territorio lucano l’esperimento della condivisione proattiva di un bene pubblico. Complice il profilo degli artisti in residenza, il risultato ha superato le attese, attivando una dinamica che si potrebbe riassumere nell’espressione “conoscenza bidirezionale”, con la quale vuole intendersi uno scambio continuo tra la conoscenza del territorio propria dei cittadini e la capacità di creare un nuovo immaginario propria, invece, degli artisti stessi.
Di Gardentopia resta, dunque, l’intenso lavoro sull’immaginario che ha permesso di aprire nuovi orizzonti per gli spazi pubblici, sperimentando pratiche innovative che mettono insieme i cittadini. Quello che appare chiaro, e che molto probabilmente costituisce il risultato più tangibile del percorso attivato nel 2019 da Gardentopia, è che i cittadini, recepiti alcuni elementi di analisi dello spazio, sono riusciti a trasformare le suggestioni degli artisti in pratiche reali portate avanti in autonomia. In questo contesto, l’elemento centrale e, di conseguenza, la più importante eredità del progetto, è la partecipazione come pratica costante di interazione diretta con i beni pubblici.