Ma come funziona una candidatura a CEC?
Passata la sbornia da festa della Madonna della Bruna, ci pare interessante fare chiarezza sulla procedura con la quale una città si candida a diventare Capitale Europea della Cultura, e quali sono i requisiti in base ai quali può (sperare di) vincere sulle città competitors. Molti ce lo chiedono, e ci pare arrivato il momento di dissolvere alcuni dubbi.
La procedura di selezione della Capitale Europea della Cultura è un processo complesso, regolato da una Decisione della Comunità Europea, la n. 1622/2006/CE. Nell'Allegato alla Decisione c'è l'ordine di presentazione delle designazioni a "Capitale europea della cultura", ovvero l'elenco delle nazioni che, anno per anno, possono invitare le proprie città a presentare candidature. Già dal 2006, dunque, la Comunità Europea ha stabilito che per il 2019 è stata designata l'Italia (insieme alla Bulgaria). Inoltre, l'art. 5 della Decisione statuisce che "ciascuno Stato membro interessato pubblica un invito a presentare candidature al più tardi sei anni prima dell'inizio della manifestazione in questione". Per l'Italia, quindi, parliamo al più tardi del 2013. Niente di strano, allora, che la candidatura si muova tanto tempo prima: il Governo Italiano sta per pubblicare il bando nazionale. Ed è naturale che rispetto alla pubblicazione del bando, le città interessate si muovano con un certo anticipo, vista la complessità della macchina organizzativa da mettere in moto. Questo spiega perchè le candidature italiane stiano spuntando tutte ora (anzi, siano già per la maggior parte spuntate) e perchè questo avviene con tanto anticipo rispetto all'anno fissato.
Un altro dubbio che spesso ci viene rappresentato è il seguente: ma come può la piccola Matera sperare di competere con città molto più note a livello europeo e probabilmente mondiale (Venezia, tanto per fare un esempio)? In realtà, i documenti e gli studi europei prodotti finora, nonchè le città risultate vincitrici dei rispettivi bandi bandi CEC per il 2010, 2011 e il 2012 ci dimostrano che le città piccole, e non particolarmente note a livello planetario sono preferite, nella vittoria finale, rispetto alle grandi metropoli; e questo perchè essere Capitali Europee della Cultura deve apportare un mutamento VISIBILE nella vita culturale della città (lo testimonia la Guida per le città candidate al titolo di «Capitale europea della cultura»). Come ha molto ben detto uno dei nostri ospiti agli Open Days del Novembre scorso, una città vince il titolo di CEC "non per quello che è, ma per quello che vuole diventare". A Parigi, o a Berlino, le iniziative si disperderebbero in mezzo alle centinaia di altre iniziative culturali similari che fanno già parte del programma culturale metropolitano, e il titolo di capitale Europea della Cultura non avrebbe sufficiente visibilità, nè senso.
Quindi, da questo punto di vista, e solo da questo, Matera potrebbe (potrebbe!) avere più numeri di Venezia, per vincere la competizione.